Prevenire piuttosto che curare
I nostri amici a quattro zampe non risentono emotivamente o psicologicamente di questo intervento, come potrebbe essere per l’uomo nel quale il coinvolgimento fisico e psichico è di estrema importanza. Inoltre uno degli scopi per il quale viene effettuata tale pratica è quella di operare un lotta contro il randagismo e il sovraffollamento di canili e gattili, nonchè quello di evitare gravi malattie che potrebbero comparire in età avanzata. E’ un intervento chirurgico che ha come risultato finale l’asportazione delle gonadi sia maschili che femminili attraverso cui si rende l’individuo incapace di riprodursi. Tale pratica viene effettuata in anestesia generale.
Sterilizzazione del cane
Sterilizzazione della cagna
Sterilizzazione del gatto
Sterilizzazione della gatta
Sterilizzazione del cane
Nel caso dei maschi generalmente avviene con l’orchiectomìa (asportazione dei testicoli) intervento rapido relativamente semplice e solo moderatamente invasivo. Più raramente si effettua una vasectomia (taglio o legatura dei deferenti, condotti deputati al trasporto dello sperma). Le indicazioni per le quali viene sterilizzato il maschio, vanno dalla richiesta da parte del proprietario di una maggiore docilità dell’animale (ridotta l’aggressività per diminuita territorialità e scomparsa di desideri sessuali) alla necessità terapeutica per patologie testicolari o neoplasie legate alla produzione endogena di androgeni come il sertolioma, l’iperplasia prostatica benigna, l’adenoma perianale e l’ernia perianale
Sterilizzazione della cagna
Nel caso della femmina si effettua una ovarioisterectomia (asportazione delle ovaie e dell’utero). Alcuni veterinari fanno una semplice legatura delle tube. In tal modo però le cagne continueranno ad andare in calore, producendo ormoni con tutti i disagi che tale stato fisiologico comporta, sia per il proprietario (come ad esempio il problema delle perdite ematiche mestruali o il richiamo sessuale dei cani maschi), sia per la cagna stessa (cisti ovariche, torsioni ovariche, infezioni, neoplasie, gravidanze isteriche, lattazione). Fra i metodi di sterilizzazione c’è anche quello della somministrazione di ormoni steroidi. Tali farmaci però producono molto spesso effetti collaterali quali l’iperplasia endometriale cistica, o la piometra (raccolta di pus nell’utero), o iperplasia mammaria, o mascolinizzazione fenotipica e comportamentale. Inoltre bisogna prestare molta attenzione alla posologia ed alla fase del ciclo al momento della somministrazione di tali farmaci.
Sterilizzazione del gatto
Viene effettuata intorno ai sei mesi vita, cioè dopo l’avvenuta completa discesa dei testicoli nello scroto. Generalmente si castra un gatto per ovviare al problema dell’eliminazione indesiderata di urina dall’odore acre ed intenso che il gatto intero effettua per marcare il territorio che rende quasi impossibile la coabitazione soprattutto in ambito domestico. Il gatto domestico intero che però vive fuori o ha accesso all’esterno, può andare incontro a malattie infettive virali gravi come la FIV (= AIDS felino) o la FELV(= Leucemia felina) trasmesse per via sessuale o attraverso ferite da morsi che l’animale si procura durante i combattimenti legati al possesso del territorio o alla conquista di una femmina. Altri motivi per cui si castra il maschio sono quelli di natura medica tese ad evitare gravi lesioni traumatiche dovute a morsi. Contrariamente a ciò che normalmente si è portati a pensare, il gatto castrato non diventerà più pigro, e la tendenza ad ingrassare avviene poiché viene a mancare l’azione anabolizzante del testosterone.
Sterilizzazione della gatta
Anche in questo caso il periodo più indicato per la sterilizzazione della gatta è intorno al sesto mese di vita, intorno al periodo della pubertà. Uno dei motivi per cui conviene sterilizzare una gatta è perchè una volta raggiunta la maturità sessuale va in calore ogni due o tre settimane e tale calore ricompare sempre, fino al momento in cui non si accoppia e rimane gravida, con tutte le relative conseguenze: irrequietezza, prolungati miagolii con tono acuto, inarcamento del dorso e, con un inusuale comportamento languido, si rotola per terra esponendo i genitali; talvolta, per marcare il territorio esattamente come un maschio integro, spruzza un’urina di odore acre penetrante rendendo difficile la coabitazione. Bisogna sapere che l’ovulazione nella gatta è indotta dal coito, quindi la possibilità che la gatta resti gravida dopo un accoppiamento è del 100% e gli unici motivi per cui non potrebbe rimanere incinta sono solo legati a infezioni o malformazioni dell’apparato genitale. Come per il gatto maschio anche nella femmina c’è il rischio delle malattie infettive mortali e non solo, come la FIV (AIDS felino) o la FELV(Leucemia felina) trasmesse per via sessuale o attraverso ferite da morsi che l’animale si procura durante l’accoppiamento (nei felini l’accoppiamento è sempre violento!). Come la cagna non sterilizzata, anche la gatta con l’avanzare dell’età, presenta un’alta incidenza comparsa di cisti ovariche e malattie uterine.
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