La bocca dei gatti è un ambiente sporco ed è pieno di batteri. Un morso che provoca una ferita (anche superficiale) può apportare una carica batterica tale da causare una infezione. Se la ferita guarisce solo esternamente, chiude e “sigilla” l’infezione sottostante, che può evolvere dando luogo ad un ascesso.

Durante questo periodo di latenza dell’infezione il gatto ha un rialzo febbrile. I tessuti sottostanti la ferita e le cellule infiammatorie si liquefanno e si forma il pus, che si raccoglie in una sacca cutanea visibile dall’esterno e che con il tempo tenderà a lacerarsi.

L’ascesso può impiegare anche qualche giorno a rompersi e durante questo periodo il gatto, oltre ad avere febbre, è abbattuto e non mangia. In base a quanto è grande la raccolta di pus sottostante, la cute diventa tirata, tesa e fragile. Guardando da vicino l’area gonfia, spesso è possibile anche notare una piccola crosticina causata dal dente che ha provocato il morso. Il pus ha un’azione potremmo dire “corrosiva” e tenderà ad effondersi in ogni direzione, assottigliando sempre di più lo strato di pelle che lo separa dal mondo esterno. A questo punto, la cute sarà talmente fina e fragile da non riuscire più a contenere il pus, il quale fuoriesce spandendosi sul pelo. Dopo questo evento la febbre tende a calare, e quindi potresti vedere il gatto riacquistare appetito e vitalità. Potresti non vedere la ferita causata dall’ascesso, ma sicuramente ne sentirai il cattivo odore.

Talvolta la ferita è nascosta dal pelo così in profondità, che potresti non notarla. Potrebbe essere visibile solo una piccola area più gonfia. Le aree più comunemente colpite da ascessi da morsi sono le guance, le zampe e la base della coda; praticamente le zone in cui i gatti che litigano e combattono fra loro tendono a mordersi più frequentemente

Vediamo ora come trattare un ascesso causato dal morso. Se non si è rotto ed il pus non è uscito, il veterinario previa una sedazione, dovrà depilare la zona e rompere la sacca con una punta di bisturi. In questo modo drenerà tutto il pus e, con ripetuti lavaggi di disinfettante, pulirà i residui di tessuto morto rimasti nella tasca ascessuale. Molti ascessi, se sono di dimensioni considerevoli, avranno bisogno dell’impianto di un drenaggio morbido di gomma, per far sì che nei giorni seguenti tutto l’essudato infiammatorio fuoriesca e pulisca definitivamente i tessuti sottostanti.

Il gatto in molti casi può tornare in famiglia lo stesso giorno, oppure dopo una notte di ospedalizzazione. Per un po’ di giorni sarà necessaria una terapia antibiotica per bocca, che potrà essere somministrata a casa. Spesso sarà indispensabile anche l’uso di un collare elisabettiano, per far sì che il gatto non si lecchi o non si gratti con le zampe la ferita, rischiando di strappare il drenaggio.

Gli ascessi, specialmente quelli più grandi, possono aver bisogno di molti giorni (oltre una settimana) affinchè si puliscano definitivamente. Bisogna avere pazienza nel gestire la pulizia delle aree circostanti il drenaggio, detergendo delicatamente la cute imbrattata dall’essudato che fuoriesce. Dare una terapia orale ad un gatto non è cosa semplice, quindi, anche in questo caso, bisogna essere sicuri che, una volta messa in bocca la pasticca, non venga risputata, vanificando così l’effetto terapeutico dell’antibiotico che è fondamentale. Aggiornate sempre il vostro veterinario sull’andamento della guarigione, poichè se dovesse ritardare è necessario riportare il gatto ad un ulteriore controllo.

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