Intolleranza alimentare

Per amore del cibo

Il tuo cane ha costantemente prurito, si gratta e si morde in continuazione e ti domandi perchè. Hai provato ogni cosa, dagli antiparassitari alll’uso di mille shampo diversi fino ad usare quelli medicati senza ottenere alcun risultato. Hai provato a cambiare la sua dieta?

Prima di tutto dobbiamo fare un distinguo fra l’allergia e l’intolleranza alimentare. Entrambi sono una reazione contro un costituente di un alimento, scatenata dal sistema immunitario, che produce un anticorpo denominato immunoglobulina E (IgE). Nell’allergia, tale reazione è immediata e abnorme (entro circa 20 minuti dall’ingestione della sostanza scatenante ), mentre nella seconda può impiegare molte ore, talvolta anche qualche giorno. Spesso, nei nostri amici animali i sintomi dell’intolleranza possono essere riconducibili ed assomigliare a quelli dell’allergia

Quali sono i sintomi dell’allergia alimentare?

In base ai possibili quadri clinici si distinguono quattro tipi di sintomatologie che possono comparire anche in combinazione fra di loro:

• Gastrointestinali: vomito diarrea dimagramento
• Cutanee: prurito e rush cutanei che a volte sono localizzati in alcune parti del corpo (naso, orecchie, pancia, inguine, ascelle, dita) altre volte invece sono generalizzati
• Oculari: cheratite congiuntivite cheratocongiuntivite
• Generalizzati: shock anafilattico, con comparsa di sintomi gravi cardio circolatori e respiratori che, se non trattati in tempo, possono portare a morte l’animale.

Diagnosi

Per effettuare una diagnosi attendibile di intolleranza alimentare, bisogna escludere altre patologie con sintomi sovrapponibili e che potrebbero indurre in errore. Questi sono:

Atopia (predisposizione ereditaria a sviluppare uno stato di ipersensibilità che causa prurito) difficile da individuare.

Ectoparassiti (es. zecche, pulci, acari) anch’essi responsabili di prurito forte

Endoparassiti (es. vermi intestinali) che causano patologie gastrointestinali.

In un secondo tempo si effettua quella che viene definita dieta di privazione, basata sull’esclusione di uno o più costituenti alimentari: l’assenza di sintomi clinici attraverso l’esclusione di tali componenti, sono generalmente sufficienti per la diagnosi definitiva. Nei casi di recidive o nei quali si ottengono scarsi risultati con la dieta di privazione, si effettuano biopsie intestinali per escludere particolari patologie intestinali che provocano malassorbimento e di conseguenza di intolleranza o allergia.

Terapia

Una volta individuata la dieta che da assenza di sintomi, si rimane su quella e non si cambia più. In commercio si trovano degli ottimi mangimi ipoallergizzanti e monoproteici idrolisati che hanno però un limite….il prezzo, che dovendo essere sostenuto per tutta la vita dell’animale, potrebbe costituire un problema di non poco conto. Allo scopo di abbattere le spese, molti proprietari si affidano alla cucina casalinga che deve essere tesa all’esclusione di quelle sostanze che possono causare intolleranza. Come fonti proteiche, si impiegano quelle che raramente vengono usate nelle comuni diete giornaliere dei nostri animali, dal pesce azzurro (sardine, sgombri, merluzzo, ecc…), all’agnello, alla capra, ai selvatici in genere (cervo, fagiano, lepre ecc) mentre per i carboidrati si può tranquillamente usare il riso o le patate. Una volta ottenuta la remissione dei sintomi, si rimane su quel tipo di dieta, introducendo talvolta una fonte proteica diversa per vedere se viene o meno tollerata dall’organismo. Se non compaiono sintomi possiamo tranquillamente adottarla come alternativa al solito cibo. Riguardo all’impiego di farmaci antistaminici o cortisonici, questi vengono utilizzati solo per breve tempo, essendo solo d’aiuto, per alleviare la sintomatologia del prurito o del rossore, senza curare però la causa sottostante.